Abbiamo incontrato due future spose salentine, Michela e Federica, che l’anno prossimo renderanno realtà il proprio sogno. E se il sogno è lo stesso, il modo in cui lo realizzeranno probabilmente no. Perchè Michela vorrebbe un rito civile, Federica un “classico” rito religioso. E allora ne abbiamo approfittato per chiedere loro quali siano le riflessioni e i desideri che le portano a queste due “visioni” complementari ma dissimili.
MICHELA
“Non so quante ragazze, come me, nel pensare al proprio matrimonio, non si sono mai immaginate con l’abito bianco, il velo, lo strascico, il bouquet, dopo aver fatto qualche decina di metri nella navata di una Chiesa. Insomma quella classica visione che, per carità, capisco perfettamente, la maggior parte delle donne vede come IL, matrimonio.
Per me non è mai stato così e ho anche avuto la fortuna di trovare un futuro marito che la pensa allo stesso modo…probabilmente perchè è già tanto se si sposa (ride)….
Il matrimonio in Chiesa non riuscirei a sentirlo come una cosa mia. La festa non è quella al ristorante dopo il rito. O non solo. La festa E’, il rito, secondo me. E il rito ecclesiastico, con tutto il rispetto, non lo vedo festoso ma diplomatico, ingessato, abbottonato, poco incline a quelli che sono i caratteri degli sposi e la storia della loro storia.
Immagino quel giorno troppo fuori dalle righe, per poterlo svolgere in una chiesa. Immagino una spiaggia con gli invitati in infradito, o una campagna tra gli ulivi e noi vestiti in jeans e t-shirt, dove gli amici seguono la cerimonia interrompendola spesso con una battuta, o facendo un gavettone a Mirko (il compagno) all’improvviso, o chiedendo la parola per raccontare un aneddoto da giovane e sputtanarmi col sorriso…una festa, appunto.
E magari a sposarci non è un prete, sempre col dovuto rispetto, che ci conosce da qualche settimana, ma qualcuno per noi veramente importante che ci conosce da sempre e sa bene chi sta unendo in matrimonio. Rispetto molto chi invece sceglie il matrimonio classico, ma non posso dire altrettanto all’inverso, avendo visto tanti nasi storti tra amici e parenti quando per caso usciva fuori questo argomento.
Ma va bene ugualmente, noi non crediamo all’istituto del Matrimonio inteso come inizio di un qualcosa. Semmai, lo guardiamo come continuazione, conferma, di qualcosa che già c’è, e probabilmente rispettiamo Dio molto più noi di chi si sposa in Chiesa per amor di consuetudine o per non dare un dispiacere alla mamma. si, voto per il matrimonio civile.”
FEDERICA
“Se penso a quel giorno, oltre ad emozionarmi già, non riesco a non associare la Chiesa dove sono cresciuta, il parroco che mi ha cresciuta e che segue me e il mio fidanzato nel corso prematrimoniale, l’abito bianco, mio padre sottobraccio….insomma, ci siamo capiti no?!
Per me non esiste altra forma di matrimonio, non riuscirei a sentire di aver compiuto questo passo enorme, senza aver rispettato quello schema classico che ho sempre avuto in mente fin da piccola. Sicuramente dipenderà dalla storia di ognuno di noi, dagli esempi che ha avuto, dalla metà che incontra, dalla propensione alla Fede. Mi ritengo credente e il mio matrimonio ha senso solo in Chiesa.
Ho partecipato a qualche rito civile, e non posso nascondere quel senso di incompiutezza che mi ha trasmesso. Per carità, mi sono anche divertita, ma mi è sembrato come un dire Ok ci sposiamo ma non troppo, lasciamoci una porta aperta. Anche se poi aperta comunque non è.
C’è un momento per la festa e un momento per il rito che deve essere necessariamente serio o quanto meno formale, quel rito che sta a significare che sono entrata in Chiesa in un modo e ne uscirò in un altro. Per cui si, io sono assolutamente per il matrimonio religioso”.